venerdì 8 marzo 2024

Ciriciao, Akira

Insegna agli angeli a fare la Kamehameha.


Per chi non lo sapesse, è morto (a soli 68 anni!) il mangaka Akira Toriyama, creatore di "Dr. Slump e Arale" e di "Dragonball".

giovedì 11 gennaio 2024

Lamù 2022: sigle 3

Oggi è iniziata la messa in onda della seconda stagione del remake di Urusei Yatsura, con sigle nuove di zecca! Come le precedenti, sono interpretate da membri del gruppo MAISONdes. Quella di apertura si intitola "Lock-on" e presenta, fra i vari personaggi, le new entry Shingo, Asuka e Inaba.


La nuova sigla di chiusura, invece, si chiama "Thunder Blossom", e nelle immagini contiene tanti riferimenti alle sigle classiche della vecchia serie.

venerdì 8 dicembre 2023

Don Carlo (La Scala 2023)



La stagione 2023-24 della Scala si è aperta con il "Don Carlo", opera della maturità di Verdi, nella versione "milanese" in italiano e in quattro atti (mancante del primo atto e dei balletti rispetto a quella originariamente scritta in francese per l'Opéra di Parigi). Si tratta di un'opera lunga, profonda e complessa, ispirata a un dramma di Schiller e che intreccia molteplici temi: passionali (l'amore di Carlo, infante di Spagna, per Elisabetta di Valois, moglie di suo padre Filippo II), religiosi (il contrasto fra la cattolica Spagna e le protestanti Fiandre, l'influenza dell'inquisizione sulle questioni di stato) e politici (il tentativo di Rodrigo, marchese di Posa, di intercedere presso il re in favore dei fiamminghi oppressi). Dal punto di vista musicale, sinceramente, mi sono un po' annoiato: in quattro ore sono stati molto pochi i momenti che ho trovato memorabili, forse anche perché era la prima volta che ascoltavo l'opera (conoscevo soltanto un paio di passaggi, come l'aria "Ella giammai m'amò" di Filippo all'inizio del terzo atto) e mi è parsa pesante e monocorde. Ho apprezzato comunque un paio di duetti e scene d'insieme. Poco ispirato ma impeccabile il direttore Riccardo Chailly. Ottimi i cantanti, come al solito: Michele Pertusi (leggermente indisposto) era Filippo II, Francesco Meli era Don Carlo, Anna Netrebko era Elisabetta, Jongmin Park il frate e l'inquisitore. Ma quelli che ho apprezzato soprattutto sono stati Elina Garanča (la principessa Eboli) e Luca Salsi (Rodrigo). Regia (di Lluis Pasqual), costumi e scenografie sono stati più minimalisti e meno spettacolari rispetto alle "prime" del recente passato, riproducendo più o meno fedelmente l'atmosfera cupa del seicento e puntando quasi esclusivamente su tonalità di bianco e di nero (abiti neri con gorgiere bianche, come nei dipinti di Van Dyck o Rubens), con poche eccezioni (gli abiti dorati dei sovrani nel secondo atto, il manto rosso del grande inquisitore).


giovedì 19 ottobre 2023

Lamu 2022: seconda stagione e nuovi doppiatori



Dal visual che annuncia l'arrivo della seconda stagione del remake di Lamù, in programmazione in Giappone dal prossimo gennaio, possiamo cominciare a capire cosa ci riserveranno i nuovi episodi. Fra i personaggi ritratti, infatti, oltre a quelli già introdotti finora, figurano Asuka, Shingo, Nagisa, Inaba, e persino Carla e Rupa, il che lascia intendere che la serie si concluderà con "Boy meets girl", la saga contenuta nel volumetto finale, già adattata in passato nel quinto film.

Cominciano inoltre a essere annunciati i doppiatori dei nuovi personaggi:

giovedì 14 settembre 2023

Stessa notizia, due modi di presentarla

Due modi di presentare la stessa notizia, su due quotidiani online: uno serio (da notare le parole "bizzarra", "presunti", "pseudoscientifiche", "dubbi", "critiche") e uno spazzatura/acchiappaclick (che non suggerisce il minimo dubbio sulla notizia, con quel "L'esperto" come ciliegina sulla torta: sarà un esperto di alieni?).

domenica 2 aprile 2023

Ryuichi Sakamoto

Alcuni giorni fa (ma la notizia è stata data solo oggi) è morto Ryuichi Sakamoto. Fra le tante cose che ha fatto, lo ricordo in particolare per la bellissima colonna sonora del film "Furyo" (Merry Christmas, Mr. Lawrence) di Nagisa Oshima, del 1983, in cui ha anche recitato al fianco di David Bowie e Takeshi Kitano.

venerdì 6 gennaio 2023

Lamù 2022: sigle 2

Dopo soli 12 episodi, il nuovo anime/remake di Lamù ha già cambiato le sue sigle. Come le precedenti, anche quelle nuove sono interpretate da membri del gruppo MAISONdes. Quella di apertura si intitola "Aiwanamuchuu" (o forse "I wanna muchuu"? Non sono sicuro della traslitterazione), e tanto nella musica quanto nelle immagini appare molto movimentata e "pop". Nella sigla compaiono anche tanti personaggi ancora da introdurre (Ten, Ryunosuke, Tobimaro, le Spice Girls, Kitsune, Soban, CAO-2...), il che ci anticipa già quali saranno gran parte dei contenuti di questo secondo corso.


La nuova sigla di chiusura, invece, è "Aitarinai", ed è caratterizzata da uno stile grafico decisamente diverso dal solito e abbastanza inedito per la serie...


Inoltre sono stati annunciati i doppiatori di alcuni dei nuovi personaggi in arrivo.
Da notare che il padre di Ryunosuke avrà la voce di Shigeru Chiba, che nella serie degli anni ottanta era Megane!

martedì 13 dicembre 2022

La fusione, finalmente?



Oggi, in una conferenza stampa, il dipartimento dell’Energia del governo degli Stati Uniti ha annunciato che un esperimento in laboratorio sulla fusione nucleare, condotto al Lawrence Livermore National Laboratory, in California, ha prodotto per la prima volta un saldo energetico positivo: è stata cioè prodotta (leggermente) più energia di quella che è stato necessario fornire per dare il via alla reazione.

Si tratta di un traguardo importantissimo verso la realizzazione (si spera entro tempi brevi: parliamo comunque almeno di decenni) di reattori a fusione nucleare controllata: qualcosa su cui si ragiona e si lavora da molto tempo, e che potrebbe potenzialmente risolvere tutti i problemi energetici del pianeta, in maniera definitiva. A differenza della fissione nucleare, che è la reazione attualmente utilizzata nelle centrali elettronucleari o anche nella bomba atomica (la "rottura" o scissione di un nucleo atomico pesante, come quelli di uranio e plutonio, che genera sì energia – liberando quella che teneva unito il nucleo – ma anche pericolose scorie radioattive, visto che stiamo parlando appunto di elementi radioattivi), la fusione (in cui due nuclei leggeri vengono appunto "fusi" fra loro, per esempio due nuclei di idrogeno diventano un nucleo di elio: in questo caso si ottiene energia perché quella che serve a tenere insieme il nucleo risultante è minore di quella che teneva insieme i due nuclei di partenza) è essenzialmente "pulita": non genera scorie (o quasi: in realtà bisogna stare attenti ai neutroni ultrarapidi che vengono emessi), non richiede materie prime rare o radioattive (come l'uranio) e naturalmente non ha un grave impatto climatico (niente produzione di anidride carbonica o di altri gas serra, per intenderci).

La fusione nucleare è la stessa reazione che avviene all'interno del Sole, e che genera l'energia solare. Riuscire a riprodurla sulla Terra, in maniera controllata e su piccola scala, ci garantirebbe una produzione energetica praticamente illimitata per le nostre esigenze. I problemi, in questo caso, stanno in quella parola: "controllata". La fusione richiede infatti un innesco a temperature e pressioni enormi (come quelle, appunto, all'interno di una stella), che gli scienziati del LLNL avrebbero ottenuto mediante laser, e il confinamento del materiale grazie, per esempio, a potenti campi magnetici. Per decenni gli scienziati hanno cercato il modo di riprodurla a temperature più basse (da cui il nome "fusione fredda") ma soprattutto di trovare una forma di contenimento efficace, in grado di mantenere il materiale al proprio interno (caldissimo, sotto forma di plasma) in una condizione di pressione elevata, simile a quella dentro il Sole. Se in futuro diverrà una realtà pratica, l'esperimento annunciato oggi sarà ricordato come una pietra miliare.

giovedì 8 dicembre 2022

Boris Godunov (La Scala 2022)



Non conoscevo bene questa celebre opera di Musorgskij, scelta (non senza qualche polemica, visto il periodo) per inaugurare la nuova stagione del Teatro alla Scala. L'avevo ascoltata distrattamente un paio di volte, anni fa, rimanendo colpito dalla sua cupezza, dall'ampio uso di registri bassi (il protagonista stesso è un basso), dalla scarsità di melodie e tonalità. Guardarla in tv, con l'ausilio dei sottotitoli per seguire la vicenda, è decisamente tutt'altra cosa, e me l'ha fatta apprezzare parecchio. Mi è parsa molto moderna, tanto nel soggetto (peraltro quasi shakesperiano: i paragoni con l'Amleto e il Macbeth si sono sprecati), che affronta il tema sempre attuale del potere e della corruzione, quanto nello stile, decisamente all'avanguardia per un'opera realizzata nel 1869 (si trattava infatti della prima versione in sette quadri, risalente a quell'anno, prima che l'autore la rimaneggiasse due anni dopo in seguito alle richieste della censura). Ambientata fra il 1598 e il 1605, racconta la storia di Boris, diventato zar di Russia dopo l'assassinio (attribuito a lui stesso) del piccolo Dmitrij, legittimo erede al trono. La morte del bambino (che, nella regia di Kasper Holten, è continuamente presente sul palco come fantasma insanguinato) tormenta il nuovo zar, che deve anche vedersela con un pretendente, il cosiddetto "Falso Dmitrij", un giovane monaco che afferma di essere lo zarevic sopravvissuto. Nonostante gli sforzi di Boris di mantenere il paese in pace e di liberare il popolo dalla povertà, i suoi sensi di colpa, le allucinazioni e la rivolta dell'usurpatore lo porteranno alla morte.



Dell'allestimento scaligero ho apprezzato molto gli interpreti (straordinario il protagonista Ildar Abdrazakov, ma ottimi anche Ain Anger, il vecchio monaco Pimen; Stanislav Trofimov, il buffo mendicante Varlaam; Norbert Ernst, l'ambiguo consigliere Šujskij) e l'orchestra (diretta, ancora una volta con grande competenza, da Riccardo Chailly): mi aspettavo una certa difficoltà nel dover seguire un'opera così impegnativa, tenebrosa, complessa e musicalmente diversa da quelle "italiane" cui siamo abituati, invece il tempo è quasi volato. Meno brillante forse la regia, che univa aspetti "realistici" ad altri "metaforici" (d'altronde si deve parlare di complesse emozioni umane e, insieme, di risveglio delle coscienze: vedi i numerosi interventi del coro, che dà voce al popolo) senza particolari idee, sicuramente non originali (i fantasmi insanguinati, appunto: quante volte li abbiamo già visti? per di più spostano i tormenti di Boris dal lato psicologico a quello esteriore e grand-guignolesco). Al di là dei riferimenti iconografici (come quelli al mondo ortodosso), risulta anche un po' troppo statica, ma nel complesso c'è poco di cui lamentarsi, vista la potenza dell'insieme. Belli anche i costumi. Tornando alle polemiche di cui sopra: riguardavano la scelta di un'opera russa, sulla storia russa, in russo, con interpreti russi, proprio mentre Putin sta invadendo l'Ucraina. Ma le sanzioni e il boicottaggio contro il regime attuale non dovrebbero riguardare la cultura passata di un paese, soprattutto un'opera risalente a due secoli fa, che s'ispira a Puškin e che è tutt'altro che un'agiografia dell'autoritarismo e del potere politico, di cui invece mette in luce le contraddizioni, la follia e la distorsione. Seguendo una certa continuità, l'anno prossimo la Scala dovrebbe aprire con il "Don Carlo" di Verdi, altra opera che tratta degli stessi temi.


giovedì 1 dicembre 2022

JoJo 6: Stone Ocean - Nuove sigle

L'ultimo gruppo di episodi di "Stone Ocean", sesta serie dell'anime "Le bizzarre avventure di JoJo", è stato caratterizzato da una nuova sigla, "Heaven’s falling down", cantata da Sana del gruppo Sajou no Hana.


La sigla finale è rimasta invariata, con l'eccezione dell'ultimo episodio, il 38, nel quale torna (dalle prime due serie) "Roundabout" degli Yes, accompagnata da immagini che richiamano tutte le serie precedenti.

sabato 15 ottobre 2022

Lamù 2022: primi commenti

Allora, ho finalmente visto con calma il primo episodio della "nuova" Lamù... In generale mi è piaciuto, anche più di quanto mi aspettassi, benché non credo che saprà mai sostituire l'originale, che per me resta qualcosa di davvero speciale.



Esteticamente, questo remake è vivace, colorato e caotico, con un mix fra un disegno "vecchio stile" (il tratto si rifà direttamente al fumetto di Rumiko Takahashi) e uno più moderno, carico di energia soprattutto a livello di colori e di effetti speciali. L'ottima animazione rende il tutto assai pop e adrenalinico, molto gradevole. Ho qualche dubbio sul character design, in particolare quello dei personaggi maschili e adulti. Parlando di colori, splendidi i capelli di Lamù, prismatici e iridescenti come nei disegni della Takahashi, al posto del pur iconico ma più semplice verde-blu della vecchia serie. È stato mantenuto l'umorismo slapstick, anche se devo dire che si ride parecchio meno rispetto alla versione precedente: per dirne una, la gara fra Ataru e Lamù è molto meno divertente, senza tutti i vari mezzucci di Ataru per acchiappare la preda, e niente pistola a ventosa per prenderle il bikini! Mi mancano anche micro-gag come la pistola dello starter che esplode o Ataru che tocca il sedere di Shinobu subito dopo l'offerta di matrimonio (e mi rendo conto che erano assenti nel manga originale, ma proprio qui forse sta il punto: questa nuova serie promette di essere un buon adattamento del fumetto, ma quella vecchia era un capolavoro anche perché ci aggiungeva molto di suo). C'è comunque un certo rispetto nostalgico verso la serie classica, visibile in piccole cose come il tema della prima sigla che fa brevemente capolino. Devo abituarmi alle voci dei nuovi doppiatori: mi sembrano buone, anche se forse non memorabili come quelle originali. Infine, come nella prima parte della vecchia serie, anche in questa abbiamo (per adesso?) due episodi a puntata.



Cose curiose: la prima scena della serie in assoluto mostra il Big Ben a Londra, la prima parola pronunciata (in perfetto engrish) è "Jesus!". Nonostante i cellulari nella sigla di apertura (di cui, dopo più ascolti, posso dire che mi piace pur senza farmi impazzire), il setting è anni ottanta, per esempio con telefoni a linea fissa.
Cose che mi sono piaciute: si percepisce come Lamù cominci a innamorarsi di Ataru già durante la gara. Nella vecchia versione, la cosa giungeva un po' troppo all'improvviso (d'altronde il "matrimonio" fra i due avrebbe dovuto essere una gag usa e getta, visto che nelle intenzioni originarie dell'autrice Lamù stessa non era stata pensata come personaggio ricorrente). Bello anche il rapporto più stretto fra genitore e figlio che si intravede nelle scene fra Ataru e suo padre.
Cose che mi sono piaciute meno: in generale la musica di sottofondo, meno memorabile della meravigliosa colonna sonora di una volta. Rimpiango anche gli occasionali tempi lenti di alcune situazioni: qui è tutto più rapido. Ma siamo solo al primo episodio, ci sarà tempo per evolvere (anche se purtroppo stavolta non abbiamo un Mamoru Oshii ad aggiungere profondità inedite e inaspettate).

venerdì 14 ottobre 2022

Lamù 2022: le sigle

Ecco la sigla di apertura del nuovo anime di Lamù. La canzone si intitola "AIUE". Le immagini, molto movimentate, presentano una strana commistione fra gli anni '80 (vedi i riferimenti ai videogiochi, in particolare "Space Invaders") e moderna (i cellulari!? la loro presenza cambierebbe per forza alcuni episodi, ma a quanto pare la serie avrà comunque un setting più classico...). È molto diversa dalle sigle della serie classica, è ovviamente più frenetica e moderna, ma non mi dispiace.


A seguire la sigla di chiusura, "Tokyo Shandy Rendezvous", che come d'abitudine è più semplice e forse più in linea con quelle della serie storica.

giovedì 13 ottobre 2022

Lamù 2022: oggi è il giorno!

Ci siamo. Fra qualche ora andrà in onda in Giappone il primo episodio del remake di "Urusei Yatsura", a oltre 36 anni di distanza dall'ultima volta che Lamù, Ataru e i loro amici erano stati protagonisti di una serie televisiva (l'ultimo episodio della serie classica risale al 19 marzo 1986). Nel frattempo ci sono stati un paio di film e una manciata di OAV, fino al 1991, e poi uno speciale nel 2008. La nuova serie sarà un reboot in tutto e per tutto, un nuovo adattamento del manga di Rumiko Takahashi (cui promette di essere più fedele), con l'intenzione di rendere di nuovo popolare il personaggio a un pubblico di giovani che non l'hanno mai conosciuto. Spero proprio che se ne innamoreranno, come fece il sottoscritto negli anni ottanta e novanta, quando ne ero letteralmente ossessionato (ne è testimonianza il nome del mio blog di cinema, "Tomobiki Märchenland", che vi fa riferimento).

Questo l'ultimo trailer della serie, da cui si può notare lo stile luminoso e kawaii:


E questi sono gli ultimi doppiatori resi pubblici, con alcune chicche per i fan più nostalgici. La voce del padre di Ataru e quella della madre di Lamù, infatti, sono rispettivamente di Toshio Furukawa e Fumi Hirano, vale a dire i doppiatori originali di Ataru e Lamù negli anni ottanta!

martedì 20 settembre 2022

Lamù 2022: manca poco...



Con un nuovo spettacolare visual (che mostra un gran numero di personaggi, anche minori... compariranno tutti nei 46 episodi previsti?) è stata annunciata finalmente la data di uscita in Giappone del remake di Lamù: il prossimo 13 ottobre! Ancora non si sa nulla di un'eventuale versione italiana della serie, ma vista la popolarità del personaggio nel nostro paese non dubito che ci sarà. Il character design sembra voler essere più fedele al tratto di Rumiko Takahashi, l'autrice del fumetto originale, distanziandosi così da quello di Akemi Takeda che aveva caratterizzato l'anime storico. Speriamo che l'animazione sia di buon livello.

Qui sotto i personaggi di cui sono stati finora annunciati i doppiatori: