mercoledì 21 dicembre 2016

Tre omaggi a Walt Disney

Negli scorsi mesi sono usciti in libreria tre volumi a fumetti con un filo conduttore: un omaggio (da parte di autori europei) a Walt Disney, alle sue origini e al suo mondo, fra fantasia, realtà e rivisitazione. Due di questi sono i primi volumi di una collana edita da Giunti, la "Disney Comics Collection", che traduce in italiano opere apparse in origine in Francia per l'editore Glénat, nelle quali alcuni talentuosi fumettisti della scuola franco-belga approcciano, in maniera al tempo stesso rispettosa e revisionista, l'universo fumettistico dell'epoca d'oro. "Una misteriosa melodia" ("o come Topolino incontra Minni", recita il sottotitolo) racconta l'avventura inedita del primo incontro fra Mickey Mouse e la sua eterna fiamma, ambientata naturalmente negli anni venti (prima, cioè, del cortometraggio che segnò il debutto del grande topo sullo schermo, vale a dire "Steambot Willie" del 1928). Il twist è che non si tratta esattamente del Topolino cui siamo abituati: Mickey è qui uno sceneggiatore che aspira a sbarcare a Hollywood (quasi un alter ego dello stesso Walt), i protagonisti dei suoi copioni sono Oswald il coniglio e Dog il cane (il futuro Pluto), e anche se il setting è simile a quello delle storie di Gottfredson, ci si muove in una strana realtà alternativa dove la "realtà" e la finzione si fondono in maniera decisamente curiosa. Opera dello svizzero Cosey (autore di testi e di disegni, in perfetto stile disneyano dei primordi), la vicenda è un'intensa e commovente mystery story che divertirà e sorprenderà anche il collezionista disneyano più incallito.


Non è da meno, anche se calca ancora più sul pedale del divertissement (e non poteva che essere così, visti gli autori coinvolti), "Mickey's Craziest Adventures", il secondo volume della collana Giunti, con un formato ancora maggiore del precedente (entrambi sono volumi cartonati, alla francese, ottimi nella stampa e nella confezione). È infatti realizzato dal multiforme Lewis Trondheim per i testi e da Nicolas Keramidas per i disegni (che, al pari dei colori, rievocano un fumetto degli anni cinquanta: ci sono anche pagine macchiate o alle quali mancano i bordi, strappati via nel corso degli anni). Qui siamo di fronte a una serie di "tavole domenicali" che, lette di seguito, raccontano un'avventura "inedita" (e abbastanza sconclusionata) della banda Disney, Topolino e Paperino in primis. L'opera si immagina incompleta: numerose tavole sono infatti mancanti, lasciando al lettore il compito di immaginare i collegamenti fra una situazione e l'altra (come per il rullo mancante del film "Planet Terror" di Robert Rodriguez). L'azione è energica, la messa in scena guarda ai cartoon oltre che ai fumetti, e il risultato – passando sopra a qualche anacronismo, vedi Topolino con le braghette rosse, che negli anni cinquanta aveva già abbandonato – è un pastiche dinamico, innovativo e nostalgico.


Assai diverso è il terzo voume che volevo segnalare, "The Moneyman - La vera storia del fratello di Walt Disney", opera dell'italiano Alessio De Santa (con alcuni collaboratori) e pubblicato da Tunuè. Come spiega il sottotitolo, si tratta di una biografia che ripercorre la storia di Walt (dall'infanzia nel 1905 alla morte nel 1967), delle sue tantissime idee e del suo mondo immaginario, vista però attraverso gli occhi del fratello maggiore Roy (da non confondere con il figlio di Walt, che si chiamava anch'esso Roy), certamente meno dotato di lui dal punto di vista della creatività ma ben più pragmatico (e come tale, fondamentale per gestire dietro le quinte gli aspetti economici dell'impero del fratello). L'insolita prospettiva dona al racconto un taglio particolare, e il fatto che sia narrata a fumetti sembra quasi un atto dovuto. Più "adulto" e meno disimpegnato dei due volumi francesi, ma altrettanto interessante. Tutte e tre le opere sono di ottimo livello, un regalo prezioso per ogni disneyfilo e amante della storia della nona arte.

giovedì 8 dicembre 2016

Madama Butterfly (La Scala 2016)



Era da trentatrè anni che la stagione scaligera non si apriva con Puccini (per la precisione, da una "Turandot" nel 1983). Per l'occasione, il direttore Riccardo Chailly ha deciso di riesumare la primissima versione della "Madama Butterfly", quella che andò in scena proprio alla Scala nel febbraio del 1904, riscontrando un solenne fiasco (probabilmente anche per il clima di ostilità che i rivali del compositore vi avevano montato intorno), al punto che Puccini scelse di rimaneggiare pesantemente la partitura. Tre mesi più tardi, a Brescia, l'opera si ripresentò con diverse modifiche, nella versione entrata poi in repertorio, e fu un trionfo. Le principali differenze con la versione definitiva consistono in alcuni momenti del primo atto, protagonisti i parenti di Cio-cio-san (in particolare il "buffo" zio Yakusidé, scroccone e ubriaco, che con la sua comicità fa da contraltare alla terribile solennità dello zio Bonzo che apparirà poco più tardi); nell'unificazione del secondo e del terzo atto in un continuum (per oltre un'ora e mezza di musica, cosa cui gli spettatori italiani di inizio novecento non erano forse abituati); e per una rappresentazione di Pinkerton come personaggio ancora più insensibile, razzista (chiama "musi" i giapponesi, irride la loro cucina), cinico e vigliacco (manca la romanza "Addio, fiorito asil"). Nel complesso, la versione originale appare più densa, complessa, drammatica e commovente. E sia l'orchestra di Chailly sia i cantanti – a cominciare dalla protagonista Maria José Siri; molto bene anche Annalisa Stroppa (Suzuki) e Carlos Alvarez (Sharpless), qualche dubbio su Bryan Hymel (Pinkerton) – le hanno reso giustizia. Ma le lodi non devono essere limitate all'aspetto filologico e a quello musicale. Il nuovo allestimento (la regia è del lettone Alvis Hermanis) si è dimostrato elegante e rispettoso, e ha saputo coniugare le esigenze del teatro moderno (più piani di recitazione, inserti video, luci scenografiche ed emozionali) con le suggestioni del Giappone di inizio secolo, senza tradire né l'ambientazione originale né le aspettative di chi si attendeva "qualcosa di nuovo". Una delle migliori prime della Scala degli ultimi anni!


sabato 3 dicembre 2016

Movie Titles in Movies