In un periodo in cui le innovazioni in casa Bonelli non mancano di certo (basti pensare a "Orfani", saga action-fantascientifica con pochi precedenti nonché la prima serie a colori di via Buonarroti; ma anche al recente restyling di "Dylan Dog" o ai continui mutamenti che caratterizzano una collana come "Le Storie"), ecco esordire una nuova serie mensile che invece trasuda – almeno a prima vista – tradizione al cento per cento. Ideata e scritta da Gianfranco Manfredi (una garanzia, visto che parliamo dell'autore dell'eccezionale "Magico Vento"), la collana sembra iscriversi nel solco della "grande avventura" e di personaggi storici come Mister No o Zagor, proponendo storie che potrebbero essere state concepite svariati decenni fa. Eppure, leggendo il primo albo, si scopre una notevole modernità di scrittura, con tanta agilità e poca zavorra (niente didascalie inutili, spiegoni, eccesso di citazioni o tempi morti), e una scansione narrativa (qui il merito è anche del disegnatore, Alessandro Nespolino) che raramente si ritrovano in fumetti che fanno invece della modernità (o peggio, post-modernità) la loro bandiera. E allora "Adam Wild" si legge che è un piacere, offre azione, divertimento ma anche spunti di riflessione, promettendo di farci conoscere un setting in fondo poco frequentato non solo dal fumetto ma anche da cinema e narrativa (l'Africa coloniale di fine 1800) e soprattutto di non insultare mai l'intelligenza del lettore. Il protagonista, spavaldo e sorridente come Errol Flynn (al quale deve le sue sembianze) ma anche terribilmente serio e deciso quando si tratta di entrare in azione, è ancora tutto da scoprire; e come lui, i numerosi comprimari. Speriamo che i lettori decidano di dargli una chance, senza lasciarsi sviare dalle apparenze (ahimè, anche la grafica di copertina invoglia poco), visto che la testata – se registrerà le vendite necessarie per proseguire – ne promette davvero delle belle.
sabato 11 ottobre 2014
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