È stata un'annata così così, salvata nel finale da due film d'intrattenimento: "Lo Hobbit: un viaggio inaspettato", primo capitolo della nuova trilogia tolkieniana di Peter Jackson, e "Ralph Spaccatutto", il cartoon disneyano che rende omaggio ai videogiochi vintage. Entrambi, inutile dirlo, da vedere se possibile in 2D, visto che il 3D si è ormai definitivamente confermato come un accessorio del tutto superfluo. Per il resto, faccio fatica a segnalare pellicole degne di essere ricordate fra quelle viste nelle sale cinematografiche negli ultimi mesi. L'unico altro titolo che mi sento di mettere alla pari dei due già citati è l'affascinante affresco notturno di Nuri Bilge Ceylan, "C'era una volta in Anatolia", peraltro arrivato nelle nostre sale con un anno di ritardo (lo stesso vale per i due ottimi frutti della collaborazione fra il regista Steve McQueen e l'attore Michael Fassbender, "Hunger" e "Shame"). Note di merito, poi, per "Hugo Cabret" di Martin Scorsese, "Cosmopolis" di David Cronenberg, "The way back" di Peter Weir e "Pietà" di Kim Ki-duk, quest'ultimo vincitore del festival di Venezia. E dalla rassegna veneziana e da quella di Cannes provengono anche pellicole interessanti come "La quinta stagione" di Peter Brosens e Jessica Woodworth, e la coppia "Paradise: Love" e "Paradise: Faith" di Ulrich Seidl, che dubito vedremo mai in distribuzione regolare nelle nostre sale. Quanto al cinema italiano, il miglior film dell'anno per me è stato "Reality" di Matteo Garrone, seguito da "Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana. Nell'entertainment, bene "The Avengers" di Joss Whedon, "I mercenari 2" di Simon West e "Argo" di Ben Affleck, mentre non mi è parso davvero nulla di speciale il premiatissimo francese "Quasi amici". Veniamo alle delusioni: mi aspettavo di meglio da Clint Eastwood ("J. Edgar"), Luc Besson ("The Lady"), Michael Haneke ("Amour", vincitore a Cannes: interessante ma limitato), Christopher Nolan ("Il cavaliere oscuro - Il ritorno", il peggiore della trilogia di Batman), Cristian Mungiu ("Oltre le colline"), Jacques Audiard ("Un sapore di ruggine e ossa"), Takeshi Kitano ("Outrage Beyond"), Olivier Assayas ("Qualcosa nell'aria"), Bernardo Bertolucci ("Io e te"), Ang Lee ("Vita di Pi") e soprattutto da Ridley Scott (il suo "Prometheus" è forse la maggiore delusione dell'anno), mentre già non mi attendevo molto da Tim Burton ("Dark Shadows", pessimo) e Wes Anderson ("Moonrise Kingdom", il solito film giocattolo). Il peggior film visto in sala quest'anno? Senza dubbio il coreano "Silenced" di Hwang Dong-hyuk, dozzinale e ricattatorio. Male anche i film di Luigi Lo Cascio ("La città ideale"), Susanne Bier ("Love is all you need") e Koji Wakamatsu ("The millennial rapture").
martedì 1 gennaio 2013
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