In un'intervista sulla rivista "Il mucchio", Mauro Marcheselli (direttore editoriale della Bonelli) annuncia la nascita di una divisione della casa editrice "che si occuperà di promuovere produzioni multimediali – serie televisive, film, videogiochi, cartoni animati, merchandising ecc, ecc... – per provare a sviluppare al meglio (direttamente o con partner nazionali e internazionali) il nostro straordinario patrimonio di storie e personaggi".
In effetti, ciò che è sempre mancato nel nostro paese è un collegamento fra l'industria italiana del fumetto (una delle più creative e popolari al mondo) e quella dell'intrattenimento multimediale, a differenza di Giappone, Stati Uniti e Francia dove le produzioni cinematografiche, televisive e videoludiche saccheggiano ampiamente personaggi e storie della nona arte. Non basta citare casi sporadici, peraltro spesso di scarsa qualità o dalle diffusione insignicante (i film di Diabolik, Tex o Dylan Dog; i cartoni animati di Corto Maltese, Ratman o Lupo Alberto), per costrastare l'evidenza. Forse è anche per questo motivo se molti grandi personaggi del fumetto italiano non godono nel resto del mondo della stessa popolarità dei loro "colleghi" francesi, giapponesi o americani.
Vedremo presto una serie televisiva su Julia? Un film di fantascienza di Orfani? Un cartone animato di Dylan Dog? Un videogioco di Tex? Solo il tempo lo dirà. Quel che è certo, è che dalla nascita di una simile divisione potrebbe giovarsi non solo la Bonelli ma anche tutta la malridotta industria dell'intrattenimento italiana, che avrebbe a disposizione un gran numero di soggetti, storie e personaggi di collaudato successo: e chissà che non colga l'occasione (sono troppo ottimista, lo so) per uscire dai limiti asfittici delle fiction tv e dei generi realistici per tornare a proporre prodotti di avventura, fantasy, horror e fantascienza.