Adriano mi ha fatto conoscere questo interessante sito che riproduce missive e corrispondenze particolarmente significative di personaggi celebri.
Fra le varie chicche, ci sono lettere di Douglas Adams, Giuseppe Verdi, Stephen Hawking, Albert Einstein, Benjamin Franklin, Kurt Vonnegut, Groucho Marx, Matt Stone, Hunter S. Thompson, Mark Twain, e molti altri.
Un esempio: questa lettera scritta da Raymond Chandler ad Alfred Hitchcock dopo aver visto il film "Delitto per delitto – L'altro uomo" per il quale proprio Chandler aveva scritto una prima bozza di sceneggiatura, scartata dopo che i rapporti fra i due si erano irrimediabilmente deteriorati. Per apprezzare al meglio lo stile sardonico del creatore di Marlowe andrebbe assolutamente letta in inglese, ma ne azzardo qui una traduzione:
6 dicembre 1950
Caro Hitch,
nonostante il tuo vasto e generoso disinteresse per i miei messaggi a proposito del copione de "L’altro uomo" e la tua incapacità di fare un qualsiasi commento su di essi, e nonostante io non abbia ricevuto da te una sola parola da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura vera e propria – tutte cose per le quali non serbo rancore, dal momento che questo tipo di comportamento sembra far parte dello standard depravato di Hollywood – nonostante tutto questo e nonostante questa frase così contorta, sento di doverti fornire, giusto per la cronaca, qualche commento sulla cosiddetta sceneggiatura finale. Posso capire che tu non abbia apprezzato determinate cose del copione che avevo scritto, ritenendo che questa o quella scena fosse troppo lunga e che questo o quel meccanismo fosse troppo goffo. Posso capire che tu abbia cambiato idea a proposito di cose che avevi espressamente voluto, perché alcuni di questi cambiamenti potrebbero esserti stati imposti dall'alto. Quello che non riesco a capire è perché hai permesso che una sceneggiatura che in fin dei conti aveva una certa vitalità e un certo respiro venisse ridotta a una tale massa flaccida di cliché, con un gruppo di personaggi anonimi e il tipo di dialogo che a ogni sceneggiatore viene insegnato di non scrivere, quel tipo che dice ogni cosa due volte e non lascia nulla di implicito all'attore o alla cinepresa. Certamente avrai avuto le tue ragioni, ma – per usare una frase coniata un tempo da Max Beerbohm – servirebbe “una mente molto meno brillante della mia” per indovinare quali siano state.
A prescindere dal fatto che il mio nome compaia o meno nei titoli sullo schermo, non temo affatto che qualcuno possa pensare che io abbia scritto questa roba. Tutti capiranno benissimo che non l'ho fatto. Non mi sarebbe importato di nulla se tu avessi prodotto una sceneggiatura migliore, credimi. Ma se volevi qualcosa di così scialbo e all'acqua di rose, perché diavolo ti sei preoccupato di venire da me in primo luogo? Che spreco di soldi! Che spreco di tempo! E che io sia stato ben pagato non è una consolazione. Nessuno può essere pagato abbastanza per perdere il proprio tempo.
(firmato, “Raymond Chandler”)
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