Quella che si è appena conclusa è stata un'annata cinematografica davvero ottima, come non se ne incontravano da tempo: che dopo un decennio "buio" si cominci a rivedere la luce? Il merito, ovviamente, non è né del 3D (anche se finalmente è arrivato il primo film in cui la tridimensionalità ha una sua ragion d'essere e rappresenta un valore aggiunto: sto parlando dell'ottimo documentario "Pina" di Wim Wenders) né in generale del cinema hollywoodiano o degli effetti speciali, senza idee e in balia di sequel e remake (sono poche, infatti, le pellicole "d'intrattenimento" che hanno lasciato il segno: fra le migliori ricordo "X-Men: l'inizio" di Matthew Vaughn e il primo episodio de "Le avventure di Tintin" di Steven Spielberg, che è anche nettamente il miglior film d'animazione del 2011) bensì, come è giusto che sia, del cinema d'autore. La mia palma personale per il miglior lungometraggio visto sul grande schermo nello scorso anno se la contendono due pellicole: alla fine, mi sento di incoronare "Melancholia" di Lars von Trier, mentre al secondo posto ci metterei "Il cigno nero" di Darren Aronofsky. Altri eccellenti titoli visti nel 2011 sono stati l'iraniano "Una separazione" di Asghar Farhadi, il russo "Faust" di Aleksandr Sokurov e il britannico "Shame" di Steve McQueen (passato al festival di Venezia: nelle nostre sale arriverà a gennaio). Ma la lista dei bei film è particolarmente lunga: da "Hereafter" di Clint Eastwood a "Poetry" di Lee Chang-dong, da "Offside" di Jafar Panahi (del 2006, ma uscito soltanto ora) ad "Atmen" di Karl Marcovics, da "E ora dove andiamo?" di Nadine Labaki (anche questo arriverà nelle nostre sale solo a gennaio 2012) a "Drive" di Nicolas Winding Refn, da "Carnage" di Roman Polanski a "La pelle che abito" di Pedro Almodovar, da "Polisse" di Maïwenn a "Tomboy" di Céline Sciamma, da "Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismaki a "The artist" di Michel Hazanavicius. E personalmente ci aggiungo pure "Ladri di cadaveri" di John Landis! Certo, l'anno ha anche riservato qualche delusione: il cinema italiano, per esempio. Mi aspettavo di più dai film di Nanni Moretti ("Habemus papam") e Paolo Sorrentino ("This must be the place"): non brutti, intendiamoci, ma non all'altezza dei loro lavori precedenti. Quanto alle note dolenti, personalmente boccio senza troppe riserve sia "Il discorso del re" di Tom Hooper che "The tree of life" di Terrence Malick. Ma il film peggiore del 2011 è stato "La sorgente dell'amore" di Radu Mihaileanu. Infine, qualche parola sugli interpreti. L'attore dell'anno per me è stato Michael Fassbender: straordinario in "Shame", ha brillato anche in "X-Men: l'inizio" e "A dangerous method", dimostrando una grande versalità (si tratta di tre ruoli molto diversi l'uno dall'altro). Per la miglior attrice, azzarderei un ex aequo fra Natalie Portman ("Il cigno nero"), Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg (entrambe in "Melancholia").
domenica 1 gennaio 2012
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