In occasione dell'uscita del bel film di Steven Spielberg, ripropongo qui un testo che avevo scritto anni fa per sottolineare le differenze – spesso molto interessanti e significative dal punto di vista culturale – che si possono osservare nelle varie edizioni degli albi de "Le avventure di Tintin" di Hergé, probabilmente il più celebre eroe del fumetto franco-belga. Tutte le prime storie del personaggio, infatti, per diversi motivi furono rimaneggiate, modificate o addirittura ridisegnate dall'autore nel corso degli anni, in occasione delle varie ristampe in diversi formati nel secondo dopoguerra.
Il personaggio nasce in Belgio nel 1929 su una rivista per ragazzi in bianco e nero, "Le Petit Vingtième" (supplemento del quotidiano cattolico "Le XXe Siècle"), che pubblicava le sue avventure come se si trattassero dei reportage di un inviato speciale della rivista in paesi stranieri ed esotici. Le prime storie erano un po' pedanti e piene della retorica di quel tempo. Per esempio, nell'avventura in Congo (allora colonia belga) Tintin insegnava ai bambini africani ad amare "la loro vera patria, il Belgio"!
Dopo la seconda guerra mondiale, quando le avventure di Tintin cominciarono a essere ristampate in volume e a colori (i classici cartonati alla francese), Hergé decise di ridisegnare quasi interamente le prime storie, vuoi perché il suo vecchio tratto era troppo datato, vuoi per eliminare alcune di quelle sequenze "scomode", vuoi perché il suo metodo di lavoro era cambiato (l'autore dedicava ora molto più tempo a documentarsi con cura prima di realizzare una storia). In alcuni casi si trattava anche di modifiche necessarie per esigenze narrative o per rientrare nel giusto numero di pagine (i volumi ne prevedono rigorosamente 62, mentre le prime storie pubblicate su rivista non avevano una lunghezza fissa). Da notare che la primissima storia, "Tintin nel paese dei Soviet" non fu mai riadattata e ristampata a colori: Hergé preferì abbandonarla del tutto, giudicandola un "peccato di gioventù", essendo troppo intrisa dei sentimenti anti-bolscevichi dell'epoca. Le edizioni attualmente in commercio contengono le versioni più recenti, ma nel corso degli anni sono apparsi alcuni volumi per collezionisti e appassionati che ripropongono le versioni originali in bianco e nero.
Ma scendiamo nei dettagli e vediamo quali sono esattamente le sequenze modificate nelle varie versioni.
-Tintin au pays des Soviets (Tintin nel paese dei Soviet, 1929)
Questo è l'unico albo che non è stato riproposto a colori dalle edizioni Casterman. Di questa avventura esiste pertanto soltanto la versione apparsa su rivista, ripubblicata in un volume in bianco e nero per gli appassionati nel 1981.
-Tintin au Congo (Tintin in Congo, 1930)
Nel 1946 Hergé ha completamente ridisegnato la storia, facendola passare dalle originali 110 tavole in bianco e nero alle 62 a colori degli albi standard. Fra le numerose modifiche, da segnalare l'eliminazione di molti dettagli a favore del colonialismo. La lezione che Tintin teneva in una scuola africana ("Miei cari amici, oggi vi parlerò della vostra patria: il Belgio...") diventa adesso una lezione di matematica ("Quanto fa due più due?"). Il disegno si fa più curato e i dialoghi più fluidi. In seguito la storia subì un'ulteriore modifica, con l'eliminazione di una tavola in cui Tintin, a caccia di rinoceronti, ne faceva esplodere uno con la dinamite!
-Tintin en Amérique (Tintin in America, 1931)
Anche questa storia è stata ridisegnata, rimontata e colorata nel 1945. Le modifiche, in questo caso, sono soprattutto "di mestiere", e confrontando le due versioni si può notare come in pochi anni la padronanza di Hergé del media fumetto fosse notevolmente aumentata.
-Les cigares du pharaon (I sigari del faraone, 1932)
Ridisegnata e colorata nel 1955. In particolare una lunga sequenza con Tintin alle prese con un sotterraneo pieno di serpenti (Indiana Jones ante litteram!) viene eliminata per esigenze di spazio. Inoltre c'è una curiosità: nella vignetta in cui Tintin incontra lo sceicco sotto la tenda, questi afferma di essere un ammiratore del reporter e gli mostra un albo con le sue avventure. Se nell'edizione del 1932 gli mostrava "Tintin in America", nel 1955 gli mostra "Tintin in Congo". Ma successivamente Hergé modifica ancora la vignetta e ora lo sceicco mostra a Tintin l'albo di "Obiettivo Luna", un'avventura che il ragazzo non solo non ha ancora vissuto, ma dove sono presenti personaggi come il capitano Haddock e il professor Girasole che non ha ancora conosciuto: un vero paradosso temporale!
-Le lotus bleu (Il drago blu, 1933)
Questo è l'albo dove ci sono maggiori differenze nel disegno fra le due versioni. Nell'edizione del 1946 Hergé rimedia alla carenza di documentazione che lo aveva portato a disegnare una Cina assai stereotipata, e fornisce una prova magistrale per quanto riguarda sfondi, palazzi, ideogrammi, ecc. Si può dire che è proprio dalla seconda versione di questo albo che le avventure di Tintin assumono quella ricchezza di dettagli che le caratterizzaranno in seguito.
-L'oreille cassée (L'orecchio spezzato, 1935)
Poco da dire su questa storia, ridisegnata senza grossi cambiamenti.
-L'île noire (L'isola nera, 1937)
Viene ristampata nel 1943 nel nuovo formato di 62 pagine a colori (contro le 128 in bianco e nero della prima versione) senza particolari modifiche se non il rimontaggio delle tavole. Ma poi, nel 1965, Hergé la ridisegna completamente per un'ulteriore nuova versione, a causa delle pressioni ricevute dall'editore inglese Methuen. La storia, che si svolge in Scozia, per i britannici presentava infatti troppe inesattezze. Così Hergé inviò in Gran Bretagna il suo collaboratore Bob De Moor, che visitò tutti i luoghi in cui si svolgeva l'avventura e fece schizzi, fotografie e appunti riguardanti l'aspetto delle scogliere sulla costa, le targhe delle automobili, i ponti ferroviari, le uniformi dei poliziotti, i carri dei pompieri, e così via. L'albo fu totalmente rivisto, con una cura senza precedenti per i dettagli.
-Le sceptre d'Ottokar (Lo scettro di Ottokar, 1938)
Quando l'albo venne ristampato a colori, Hergé ne approfittò per ridisegnare molte sequenze, migliorando gli sfondi e soprattutto "balcanizzando" uniformi e costumi della Syldavia.
-Le crabe aux pinces d'or (Il granchio d'oro, 1940)
Quest'albo è memorabile perché compare per la prima volta il capitano Haddock. Su richiesta degli editori americani, Hergé eliminò alcune sequenze in cui si vedeva il capitano che beve dalla bottiglia (la bevuta rimane, ma fuori campo!) e cambiò una vignetta in cui Allan lo faceva frustare da uno schiavo di colore, ora "trasformato" in un pirata dalla pelle bianca.
-L'etoile mystérieuse (La stella misteriosa, 1942)
Si tratta della prima avventura pubblicata in volume direttamente a colori e nel formato a 62 pagine. Visto il successo ottenuto, tutte le precedenti storie – come abbiamo visto – vennero rimontate e/o ridisegnate e colorate per adeguarle al nuovo formato. Hergé comunque non fu soddisfatto della colorazione e la fece rifare diversi anni più tardi. In quella occasione cambiò anche la bandiera della spedizione "rivale" di quella europea. Nel 1942, infatti, il Belgio era occupato dai nazisti e dunque Hergé aveva dovuto mettere gli americani nella parte dei cattivi. Nell'edizione successiva, al posto della bandiera americana compare quella dello stato immaginario di Sao Rico.
-Le secret de La Licorne (Il segreto del Liocorno, 1942)
-Le trésor de Rackham le Rouge (Il tesoro di Rakam il Rosso, 1943)
È l'avventura su cui si basa il film di Steven Spielberg. Hergé dichiarò in alcune occasioni che questo doppio episodio era il suo preferito. Lo testimonia il fatto che dalla pubblicazione su rivista a quella in volume non ha subito cambiamenti di rilievo (giusto la modifica dei dialoghi di "passaggio" fra la prima e la seconda parte, con Tintin che invita il lettore a procurarsi il volume successivo per sapere come si concluderà l'avventura, mentre nella versione originale annunciava una pausa di un mese e l'avvio di una nuova serie).
-Les sept boules de cristal (Le sette sfere di cristallo, 1943, terminato nel 1946)
La pubblicazione su rivista di questa storia venne interrotta nel 1944 a causa della guerra per essere poi ripresa e portata a termine nel 1946. Nell'edizione in volume viene eliminata una buffa sequenza in cui il capitano a Haddock a teatro rimane "vittima" di un indovino.
-Le temple du soleil (Il tempio del sole, 1946)
È il seguito della precedente. Anche in questo caso mancano dall'edizione finale alcune sequenze che mostrano i nostri eroi nella giungla (una in cui il capitano Haddock mastica foglie di coca e una in cui si riempie le tasche di pepite d'oro trovate nelle grotte del Tempio degli Incas).
-Tintin au pays de l'or noir (Tintin nel paese dell'oro nero, 1939, terminato nel 1948)
È probabilmente la storia di Tintin che ha passato più traversie editoriali. La prima edizione risale addirittura al 1939, ancora in bianco e nero, e doveva seguire "Lo scettro di Ottokar". La guerra fece però cessare le pubblicazioni della rivista sulla quale appariva a puntate, con la storia interrotta a metà. Nel 1948 Hergé decise di completarla e, già che c'era, di ridisegnare la parte già esistente. Ma nel frattempo molte cose nelle avventure di Tintin erano cambiate: adesso c'erano Haddock, Girasole, il castello di Moulinsart, tutti elementi che i lettori si sarebbero stupiti di non trovare nella storia. Così Hergé cercò in qualche modo di reinserirli o almeno di motivare la loro assenza nella prima parte dell'albo. Per esempio, all'inizio dell'avventura Haddock sparisce di colpo per ricomparire dopo una cinquantina di pagine: il buffo è che quando Tintin chiede al capitano dove è stato per tutto quel tempo, Haddock cerca di spiegarglielo ma non ci riesce, limitandosi a dire che "è semplice e complicato allo stesso tempo...". Ma nel 1969, ecco che la storia viene modificata di nuovo! Il solito editore inglese, Methuen, chiede ad Hergé di eliminare alcuni elementi che adesso suonano "scomodi", in particolare il fatto che ebrei e arabi combattano contro gli inglesi (o fra di loro) nella Palestina del 1940 che era sotto occupazione britannica, prima della creazione dello stato di Israele. E così il conflitto viene modificato e diventa quello fra due emiri rivali che lottano per diventare califfi. Già che c'era, Hergé ridisegna molti particolari, in particolare tutte le uniformi militari, le navi e altri dettagli.
-Objectif Lune (Obiettivo Luna, 1950)
-On a marché sur la Lune (Uomini sulla Luna, 1951)
In questa memorabile doppia storia, la censura intervenne soprattutto su un particolare: la lettera che l'ingegner Wolff lascia prima di abbandonare il razzo e di perdersi nello spazio. La frase "Forse per qualche miracolo riuscirò anche io a sopravvivere..." fu imposta a Hergé (come raccontò lui stesso in un'intervista) da "benpensanti che erano turbati dal fatto che stavo mostrando un suicidio. Ma niente affatto, era un sacrificio! Forse la chiesa rifiuta un posto in paradiso al soldato che si fa esplodere insieme al ponte? Ma per uscire da quell'impasse dovetti aggiungere quella stupida frase sul fatto che Wolff potesse scamparla per miracolo. Nessun miracolo era possibile: Wolff era condannato e lo sapeva meglio di chiunque altro".
-L'affaire Tournesol (L'affare Girasole, 1954)
Nessuna modifica sostanziale da segnalare per quest'albo.
-Coke en stock (Coke in stock, 1956)
Questa storia causò ad Hergé diversi problemi. Venne infatti accusato di razzismo perché nell'albo appaiono alcuni africani che parlano (al capitano Haddock) in modo piuttosto stereotipato. Per evitare controversie, Hergé modificò le frasi degli africani ma non quelle di Haddock che rispondeva loro usando lo stesso tipo di linguaggio.
-Tintin au Tibet (Tintin nel Tibet, 1958)
Da questo albo Hergé eliminò una lunga scena con Haddock alle prese con i fuochi d'artificio. Dovette inoltre modificare il logo sull'aereoplano precipitato: un rappresentante della compagnia Indian Airways si era lamentato per la pubblicità negativa ("È scandaloso, nessuno dei nostri aerei è mai precipitato!"). Hergé lo modificò in "Sari-Airways" ma disse che in India operavano così tante compagnie aeree che era possibile che anche questa esistesse davvero...
-Les bijoux de la Castafiore (I gioielli della Castafiore,1961)
-Vol 714 pour Sydney (Volo 714 destinazione Sydney, 1966)
-Tintin et les Picaros (Tintin e i Picaros, 1976)
Per questi ultimi volumi le modifiche sono avvenute solo in fase di lavorazione, e gli albi sono usciti con l'aspetto che hanno ancora oggi.
-Tintin et l'Alph-Art (iniziata nel 1978)
Hergé è morto nel 1983 lasciando incompleta quest'ultima storia, che però è stata pubblicata nella sua versione a matita e layout, con sceneggiatura a fianco.
Bibliografia:
Benoît Peeters, "Tintin et le monde d'Hergé", Casterman 1983.
Nessun commento:
Posta un commento