martedì 11 ottobre 2011

Shanghai Devil 1

Fa una certa impressione leggere, a pochi giorni dalla sua scomparsa, un'introduzione scritta da Sergio Bonelli per il primo numero di una nuova collana. Quello che è forse stato il più grande editore italiano di fumetti di sempre è morto il 26 settembre, mentre questo albo introduttivo di "Shanghai Devil" è uscito nelle edicole l'8 ottobre: ci sarebbe stato tutto il tempo per sostituire le righe già stese dall'editore con un comunicato che ne annunciasse la scomparsa, identico a quelli che senza dubbio verranno ospitati nei prossimi giorni sulle seconde di copertina degli altri albi della casa editrice. Ma probabilmente è stato meglio così: gli omaggi funebri possono attendere, mentre sarebbe stato ingiusto privare questa nuova collana della consueta presentazione di un editore che, conoscendo la sua passione per l'avventura vecchio stile, ne avrà sicuramente caldeggiato la nascita con particolare favore. Si tratta di una miniserie in diciotto capitoli, con la quale lo sceneggiatore Gianfranco Manfredi torna a collocare una vicenda in un setting storico, offrendo ai lettori un seguito della precedente "Volto Nascosto". Se quella serie si svolgeva in Etiopia e a Roma ai tempi della prima guerra coloniale italiana (ovvero alla fine dell'ottocento), questa invece si colloca in Cina durante la cosiddetta rivolta dei boxer. Il protagonista è lo stesso, il giovane Ugo Pastore, che dopo le esperienze precedenti ha deciso di seguire il consiglio del padre, agente di una compagnia commerciale, e di trasferirsi con lui in estremo oriente per aiutarlo a curare i suoi interessi. Come nella precedente serie, lo scenario storico-politico fa da sfondo a una vicenda piena di intrighi e di misteri che coinvolgono personaggi dall'identità celata: al posto di Volto Nascosto (la cui maschera è ora indossata da Ugo) c'è Tai Mien, misterioso guerriero che si batte contro l'occupazione straniera della Cina. È presto per dire se la vicenda, che nel primo albo sembra presentare un po' troppi punti in comune con la miniserie precedente (in sostanza cambia solo l'ambientazione), si dipanerà in modo differente. Resta il fatto che, almeno dal punto di vista dei testi, gli albi scritti da Manfredi continuano a essere fra quelli più documentati e curati nell'attuale produzione Bonelli.

Nessun commento: