Imperdibile questa segnalazione di Paolo Mereghetti, pubblicata oggi sul "Corriere della Sera". Dice molte più cose sul film in oggetto di quanto non possano fare le critiche e le satire.
Se nessuno si accorge che il film di Malick è proiettato al contrarioQui, sull'edizione bolognese del "Corriere", c'è la notizia con maggiori particolari.
Sarebbe piaciuto ai surrealisti quello che è successo a Bologna al cinema Lumière. Loro che teorizzavano una visione "personalissima" del cinema e pensavano che l'ideale fosse entrare e uscire dalla sala per non farsi condizionare dalla storia che veniva raccontata sullo schermo o, in mancanza di meglio, suggerivano di schiacciare un pisolino per confondere sogni e visioni, loro avrebbero applaudito all'errore che per nove giorni ha trasformato il film di Terrence Malick "The Tree of Life" in un'altra cosa. In un altro film. Perché per tutti quei giorni le prime due bobine sono state viste nell'ordine sbagliato: prima la seconda e poi la prima. Errori che possono succedere soprattutto se il film arriva dal distributore nazionale con lo "scambio" incorporato: nella custodia col numero uno c'era la seconda parte e viceversa. Ma errori che di solito si correggono dopo la prima proiezione o addirittura in corsa, durante lo spettacolo. E invece a Bologna sono andati avanti per nove giorni così, senza che nessuno si lamentasse. Forza delle suggestioni arrivate da Cannes probabilmente, dove il film di Malick ha vinto la Palma d'Oro ma è stato descritto come un film insolito, visionario, antinarrativo. Per qualcuno addirittura "confuso" e "delirante". E il pubblico del Lumière, che è abituato alle proposte più estreme, ha accettato in silenzio quello che passava sullo schermo. Anche se la citazione dal Libro di Giobbe non era più all'inizio del film ma dopo venti minuti. Anche se il logo del distributore non stava più in testa al film. Da Malick ci si poteva aspettare di tutto. In fondo anche Sean Penn non si era presentato alla conferenza stampa perché insoddisfatto – si dice – del montaggio definitivo. Forse aveva visto anche lui la versione proiettata a Bologna.
3 commenti:
Cari cazzari della Cineteca...tanto bravi da monopolizzare completamente tutti i fondi della cultura provenienti da roma...è stato un errore ok. Niente di grave..ma secondo me la maschera è orami calata su ciò che siete in realtà..
..a me è successa la stessa cosa 2 volte..una volta a torino..in una sala d'essai per un film con Tilda Swinton..e poi a Roma..in un circuito commerciale...ancora una volta mi sono trovato a vedere un film di Daniele Auteil..l'avversario...il film è iniziato con una musica di Don Backy..la gente intorno (ancora una sala d'essai) a commentare.."che trovata geniale da parte del regista...il tono delle immagini severo...quasi glaciale e sopra di esse una musica scanzonata...mi sembra tratta da un film di Hill e Spencer...morale della favola dopo pochi minuti il film si interrompe e la maschera ci porge le scuse per l'increscioso errore...
ciao
nickoftime
Ahahah! "L'avversario" è proprio un film cupo e glaciale, la musica di Don Backy deve aver creato un effetto davvero straniante! ^^
A me è capitato una volta con "Nella valle di Elah", proiettato durante una rassegna con il primo tempo mancante di circa mezz'ora. La parte saltata è stata poi riproposta al termine dei titoli di coda, ma molti spettatori se ne erano andati non appena i titoli erano partiti, senza nemmeno accorgersi che mancava qualcosa e che la trama del film, così come l'avevano visto, era piena di buchi...
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