venerdì 4 aprile 2008

Napoleone a Waterloo

Ecco un esempio della cultura di chi dirige le grandi aziende italiane, nonché della pochezza di un certo stile di "motivatori" aziendali. Si tratta di un top manager di Telecom Italia che arringa i propri dipendenti. Oltre all'impagabile gaffe su Napoleone, vi faccio notare la retorica, il lessico, la grammatica, le volgarità e naturalmente le numerose metafore calcistiche disseminate in meno di due minuti.


Questo è il messaggio a cui tengo molto.
Perché ho la faccia incazzata?
Ho la faccia incazzata perché... respiro sfiducia...
respiro aria di aspettativa...
respiro quelle facce da senso critico1
come quando uno vede una partita di pallone,
non ce la fa, tutti sono professori.
Perché?
Perché la gente legge i giornali, vede il titolo, si rimbalza,
si crea dei grandi film che sono tutte cazzate.
Oggi non parlo di Alessandro, parlo di Napoleone.
Napoleone a Waterloo, una pianura, in Belgio,
fece il suo capolavoro.
Tutti lo davano per... fatto, per cotto.
Per la supremazia degli avversari, ci aveva cinque grandissime nazioni contro,
delle forze in campo.
Però strategia, chiarezza delle idee, determinazione, forza,
Napoleone fece il suo capolavoro a Waterloo.
Allora, le facce scettiche... le facce di... non servono a un cazzo.
Questa è una delle aziende più belle che esiste al mondo.
E allora, forte di questa convinzione,
noi dobbiamo dimostrare che questo è un fatto.
Piangersi addosso non serve assolutamente a gnente.
E come nel momento duro2
dagli spalti la gente ti dice
"Ehh, la squadra non gira, non corrono..."
Bene, correte di più,
stringete i denti,
prova di carattere.
E allora dagli spalti vi applaudiranno,
perché voi andrete e segnerete,
come fece Napoletone3 a Waterloo...

1 E che c'è di male nell'avere senso critico?
2 Quando il gioco si fa duro (cit. Blutarsky)
3 sic!

Aggiornamento: Segnalo un interessante post di commento alla vicenda:
Può insegnare qualcosa il caso Luciani?

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