Seguo e conosco (anche personalmente) Fabio Celoni da parecchi anni, sin da quando disegnava le storie di Topolino e Paperino più "gommose" che mente umana potesse concepire. Il trasferimento alla Bonelli, su Dylan Dog, ha poi dimostrato come fosse capace di lavorare anche con uno stile realistico, debitore soprattutto nei confronti di Alberto Breccia. Con questo primo albo di Nemrod, una miniserie di dodici numeri edita dalla Star Comics, ha la possibilità di uscire dalla tipica struttura della tavola bonelliana e di realizzare qualcosa che guarda molto più da vicino ai comics americani (ci sono echi persino di Frank Miller). Proprio i disegni sono la cosa migliore dell'albo: scuri, sporchi, graffianti, avvolgenti, riempiono le tavole di dettagli senza lasciare uno sfondo o uno spazio bianco, e si rivelano perfettamente in grado di caratterizzare personaggi e ambienti diversissimi fra loro, compresa una Milano oscura e gotica. Il soggetto, dal canto suo, si limita a introdurre i protagonisti di una vicenda a base di misteri esoterici, rituali e profezie, templari e alchimisti, stregonerie e combattimenti, che gli albi successivi (non disegnati da Fabio) avranno il compito di approfondire.
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