venerdì 5 aprile 2019

Topolino 3306

Come ho già scritto in passato, da tempo non leggo più regolarmente "Topolino". Ma mi capita ancora di acquistare ogni tanto qualche numero particolare, come quelli celebrativi: è accaduto con questo, che festeggia i 70 anni del settimanale in formato "libretto" (il cui primo numero uscì appunto nell'aprile 1949, sostituendo il precedente formato noto come "Topolino giornale"), anche perché vi era allegato un fascicolo speciale che ripercorre tutta la storia della rivista. Se ho apprezzato la copertina di Giorgio Cavazzano che fa il verso a quella dello storico numero 1, per quanto riguarda i contenuti sono rimasto però abbastanza deluso. E non solo per l'assenza di una storia, appunto, celebrativa, come mi sarei aspettato di trovare. Quelle presenti nel fascicolo mi sono parse tutte assai mediocri sia sul versante delle sceneggiature che su quello dei disegni: meccaniche le prime, che aspirano a essere sofisticate ma senza naturalezza e trasparenza (per non parlare dell'afflato avventuroso, del tutto assente), dal montaggio confuso (vedi gli occasionali scartamenti temporali da una vignetta all'altra) e talvolta pretenziose (con l'uso di parole inglesi come "orienteering", quando c'era a disposizione l'italiano "orientamento"); goffi e sgradevoli i secondi, con personaggi talvolta deformi e stilizzati, senza però la qualità artistica di un Celoni o un Cavazzano, appunto. Aggiungiamoci personaggi che ormai sono diventati macchiette di sé stessi, utilizzati non come "attori" delle storie ma soltanto in funzione delle loro caratteristiche distintive (esempi: Pico o Paperoga). Di tutte le storie contenute nel volumetto, salverei solo quella breve di Silvia Ziche, la più semplice e simpatica. Rispetto all'ultimo "Topolino" che avevo acquistato (circa un duecento numeri fa), ho trovato peggiorata anche la grafica del sommario e delle pagine interne, confusa e sovraccarica, e persino il lettering, che da sempre è stato uno dei punti di forza del settimanale. Insomma: un numero celebrativo così importante, oggetto anche di una campagna pubblicitaria in tv, che potrebbe finire nelle mani di un lettore occasionale, avrebbe sicuramente meritato di meglio, a partire da una storia firmata dagli autori di punta della rivista.

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