mercoledì 10 gennaio 2018

Carmen e i "femminicidi"



Al Teatro del Maggio di Firenze è andata in scena una "Carmen" con il finale cambiato: invece di essere pugnalata da Don José, è la zingara a uccidere lui con un colpo di pistola. Giustamente il pubblico ha fischiato: stravolgere la trama di un capolavoro è sempre qualcosa di rischioso, pochi possono permetterselo e solo se ci sono buone ragioni. In questo caso, non c'erano: l'intento era quello di prendere le distanze dai "femminicidi" (che brutta parola!), evitando di rappresentarne uno sul palco. Cosa quanto mai insensata: al di là del fatto che l'opera di Bizet, come tutti i grandi capolavori (dal "Don Giovanni" alla "Salomè") va considerata come simbolica e archetipica, evitare di mostrare o di affrontare l'argomento è la maniera migliore per non fare alcun progresso sul tema stesso. L'allestimento del Maggio dunque non è soltanto censorio, ipocrita e buonista ma anche stupido. Persino il destino ha voluto infierire, facendo inceppare la pistola di Carmen in occasione della prima e coprendo di ridicolo l'intera operazione.

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