Dopo aver scoperto il mangaka Naoki Urasawa con l'eccezionale "20th Century Boys" (anzi, riscoperto, visto che tempo addietro avevo già letto qualche volumetto di "Pineapple Army" e di "Yawara!"), quest'estate mi sono gustato "Monster", la sua opera immediatamente precedente a quella dei ragazzi del ventesimo secolo. Si tratta di un thriller avvincente e tesissimo, tutto incentrato sul tema dell'identità, oltre che su quello – più abusato – delle origini del male. Caratterizzato da un'ambientazione insolita per un manga (si svolge tutto in Germania e a Praga), ha i suoi punti di forza ancora una volta nell'ottima caratterizzazione psicologica dei personaggi e in un mistero che si dipana lentamente, pagina dopo pagina, fino al colpo di scena finale. Raccolto in diciotto volumi, il manga non ha un attimo di pausa dall'inizio alla fine: durante la lettura mi sono imposto il limite di un solo volumetto al giorno per non "bruciarmelo" troppo velocemente, visto che – come anche per "20th Century Boys" – la tentazione di andare avanti per scoprire gli sviluppi della vicenda era spesso fortissima. Quanto sia avvincente lo dimostra il fatto che se lo è divorato in pochi giorni persino mia madre, che normalmente non legge fumetti e che prima d'ora non aveva mai preso in mano un manga, per di più con il senso di lettura originale (da destra a sinistra).
Il protagonista è un neurochirurgo sconvolto dai sensi di colpa perché un bambino che aveva operato dieci anni prima, salvandogli la vita, è diventato uno spietato serial killer. Naturalmente la vicenda non è tutta qui, visto che ai due personaggi principali se ne aggiungono numerosi altri (una delle caratteristiche che più mi piacciono di Urasawa è la capacità di prendere un personaggio secondario e di approfondirlo significativamente, rendendolo protagonista di importanti spezzoni di trama) e che molti misteri circondano la nascita e la personalità del "cattivo".
L'edizione italiana, nel complesso, è buona, anche a livello di traduzione, mentre la cura editoriale lascia un po' a desiderare. Qualche traslitterazione dal tedesco è errata o incoerente, e un paio di balloon nei volumetti conclusivi sono invertiti. Il fumetto è stato trasposto in animazione in una serie di ben 74 episodi che, a questo punto, proverò a procurarmi, anche perché alcuni amici me ne hanno parlato molto bene.